Non voler soffrire provoca sofferenza

Tempo Di Lettura ~4 Min.

Può sembrare incredibile ma nell’ultimo decennio si è imposto un mandato sociale che ci impone l’obbligo di essere felici a tutti i costi. Non voler soffrire è diventata una parola d'ordine a cui molti aderiscono senza pensarci due volte.

Molti parlano di un regime dittatoriale della felicità e altri dicono, come l'analista Ima Sanchis, che la felicità è diventata uno strumento di tortura. Paradossalmente mai come oggi la depressione è stata una malattia così diffusa. In un modo o nell'altro non voler soffrire si è trasformata in un’enorme fonte di sofferenza.

Ci sono molti che provano una chiara avversione verso tutto ciò che chiamano negativo. Nessuno parli di sofferenza, nessuno si lamenti o dia segni di pessimismo. Come se fossimo tutti parte di una grande opera teatrale in cui il Dolore . Come se all'improvviso avessimo smesso di essere umani. In larga misura, non voler soffrire significa non voler vivere.

IL

-Martin Luther King-

La prigione di non voler soffrire

Poche persone dicono consapevolmente di voler provare . La situazione cambia però quando si passa al livello dell’inconscio. L'uomo è l'unico essere che inciampa mille volte nella stessa pietra. Di volta in volta entra ciecamente in situazioni che causano sofferenza.

Certamente non devi cercarlo sofferenza ma presta Non si sceglie il dolore nella vita e cercare di negarlo, escluderlo o ignorarlo non ci rende più felici. Al contrario, potrebbe essere l’inizio di un dolore più difficile da sopportare.

L’aspetto più sconcertante di questo desiderio attuale di non voler soffrire è che si tratta di una sorta di obbligo di simulazione. Se ci chiedono: come stai? e ci dispiace che diventi obbligatorio mentire. La risposta deve essere: Molto bene. Se rispondiamo Male. Sto soffrendo che probabilmente molti si allontanerebbero da noi come se avessimo la peste.

Felicità finta

Lo psicoanalista Luis Hornstein afferma che molte persone si presentano nella sua clinica con modelli di sofferenza simili: eccessiva dipendenza dagli altri grave confusione tra valori alti e bassi di autostima difficoltà a stabilire relazioni significative di coppia, ecc.

Non siamo più ai tempi di Freud quando le persone che richiedevano una visita dallo psicologo avevano dolori sconosciuti e particolari. La sofferenza è diventata standardizzata nel mondo di oggi.

Anche il desiderio di non voler soffrire è diventato uno standard. Questo è il motivo per cui molti richiedono una visita per smettere di soffrire. Non per comprendere il senso della sofferenza e rielaborarla ma per eliminarla.

Abbiamo dimenticato che tutti abbiamo bisogno della sofferenza per crescere. Il dolore emotivo ci consente di abbandonare fantasie impossibili e imparare ad affrontare limiti e perdite. Entrambi questi elementi, limiti e perdite, sono una costante dal momento in cui nasciamo fino alla morte. Impariamo a tollerare il dolore quando lo affrontiamo, non quando lo evitiamo.

Impara ad essere felice

IL felicità Possiamo essere felici quando impariamo a trarre il meglio da ogni esperienza che facciamo. Quando impariamo a confidare nella nostra capacità di affrontare gli alti e i bassi ciò ci permette di esistere.

La felicità più grande si trova nell'essere, non nell'apparire. Si distingue per l'atteggiamento che lo accompagna. È un atteggiamento sereno che dimostra pace interiore ed equilibrio. Non è un fatto costante ma lavoro permanente per adottare prospettive più costruttive.

Siamo un po’ più felici quando lo accettiamo siamo esseri vulnerabile esposto all’incertezza e soggetto a limitazioni. Non voler soffrire, però, significa ritrovarsi in una condizione opposta alla felicità. Negare la sofferenza significa negare noi stessi. Significa anche rinunciare alla crescita che nasce da ogni dolore e che può insegnarci a essere migliori.

Messaggi Popolari